SETI è la sigla per
"The Search for Extra-Terrestral Intelligence". È un progetto portato avanti dal
SETI Institute, un'organizzazione scientifica privata senza scopi di lucro per la
ricerca di segni di vita intelligente nell'universo.
Ad oggi sono stati osservati coi moderni telescopi circa un centinaio di pianeti appartenenti ad altri sistemi stellari, ma le capacità degli strumenti contemporanei non permette assolutamente di rilevare le caratteristiche necessarie allo sviluppo della vita in questi luoghi lontani.
Ecco quindi che la ricerca si sposta
dall'osservazione all'ascolto. Non si basa più nell'osservare i corpi celesti, ma nel puntare antenne e radiotelescopi in punti dell'universo, cercare di prendere dei segnali utili e successivamente analizzarli e capire se possono avere origine da esseri viventi intelligenti (ironicamente si possono chiamare "messaggi in bottiglia").
Nel 1974 noi terrestri abbiamo fatto una cosa del genere dal
radiotelescopio di Arecibo (nella foto), in Porco Rico. Un
breve messaggio contenente diverse informazioni su di noi, sulla chimica terrestre, sulla nostra matematica e qualche altra informazione venne trasmesso in direzione dell'
ammasso globulare M13. Il messaggio arriverà a destinazione tra circa 25.000 anni (la distanza dell'oggetto da noi è, infatti, di 25.000 anni luce circa). Successivamente si è valutato che l'alta densità stellare dell'oggetto e la conseguente elevata quantità di radiazioni difficilmente permetterebbe lo sviluppo della vita in questi sistemi stellari, ma non è da escludere che il segnale incontri qualche sistema mai osservato lungo il cammino. In tutti i modi la motivazione dell'iniziativa fu quella di compiere il primo passo, senza troppe aspettative. Se poi il messaggio arriverà a qualcuno in ascolto...
Tornado al
progetto SETI, ben presto si arrivò alla conclusione che la quantità di segnali prelevata dalle antenne in ascolto era talmente elevata da non riuscire ad analizzare tutto il materiale.
Ecco qui che entra in gioco il progetto
seti@home.
Come aumentare la potenza di calcolo degli elaboratori elettronici? Semplice, averne a disposizione molti di più e metterli al lavoro insieme. Qui entrano in gioco i semplici utenti di computer: chiunque ha un pc a casa connesso ad internet può, infatti, collaborare al lavoro di analisi mettendo a disposizione le risorse inutilizzate del computer durante il lavoro quotidiano. Raramente, infatti, si utilizza il 100% delle risorse di calcolo del proprio personal computer.
Per far questo è sufficiente installare il programma
Boinc, disponibile per Windows, Linux e MacOSX. Una volta installato ed eseguito lo si connette col progetto seti@home ed il resto lo fa lui in automatico. Tutto qui. (
Sfruttando esclusivamente le risorse di sistema inutilizzate, l'esecuzione del programma non provoca rallentamenti di nessun genere nelle performance del computer).
seti@home non è l'unico progetto di calcolo combinato a cui si può partecipare. Nella fase di connessione del programma è possibile sceglierne diversi, dai progetti di ricerca ambientali a quelli medici e matematici. Quindi buona scelta e
buona collaborazione @home.
Altri link:http://it.wikipedia.org/wiki/SETIhttp://it.wikipedia.org/wiki/SETI%40homeEtichette: ammasso globulare di Ercole, astronomia, AThome, Boinc, informatica, M 13, messaggio di Arecibo, radiotelescopio di Arecibo, SETI, setiAThome, software