Oggi mi sono tolto una gran bella soddisfazione; di quelle che non provavo da diverso tempo, forse da quando
facevo il capo-scout.
Come molti sapranno insegno karate a Notaresco, un paesino vicino al mio, e dalla settimana scorsa tengo le ore di attività motoria a tutte le classi della scuola elementare di Notaresco capoluogo (sono 224 bambini), proponendo proprio l'attività che faccio fare agli allievi più piccoli in palestra.
Sto vedendo che c'è tantissimo entusiasmo, sia da parte dei bimbi, sia da parte delle maestre, ma la cosa più gratificante l'ho vissuta oggi:
Mercoledì della settimana scorsa stavo facendo lezione ad una quinta. In genere i bambini di quinta hanno già delle buone capacità motorie e coordinative e quindi vado molto più tranquillo sugli esercizi che propongo (sempre basati sul gioco, naturalmente). Stavo facendo fare la capovolta frontale, la comune capriola, quando sul materassino si prepara Giulia, una bambina calma e tranquilla, ma con lo sguardo veramente sveglio ed intelligente. Per lei la capovolta era tabù, non l'aveva mai fatta prima. Le spiego quindi passo passo le posizioni da prendere nei passaggi propedeutici per impararla. Nella terza fase, quando si assume la posizione con le mani ben piantate vicino ai piedi e la testa poggiata in mezzo, noto che le tremano le braccia; segno evidente che era a dir poco terrorizzata. Allora la faccio rialzare e le dico che se vuole possiamo aspettare un attimo e far andare avanti i compagni, poi quando si è tranquillizzata riproviamo piano piano. Lei, probabilmente presa dall'orgoglio, dato che aveva addosso gli sguardi dei compagni, insiste nel riprovare subito. Rifacciamo i vari passaggi e io, accompagnando tutto con una descrizione a voce, poiché penso sia importante far sapere al bambino cosa sta per succedere, l'aiuto con le braccia a fare questa capriola. Dopo di che proseguo con la lezione.
Sono stato qualche giorno, poi, a chiedermi se avessi agito bene. Quelle braccine tremolanti erano un evidente segno che forse valeva la pena fermarsi un attimo. Inoltre, quando si ha a che fare con i bambini piccoli, diciamo fino a 10 e 11 anni, è sempre meglio stare molto attenti a quel che si fa, dato che qualsiasi spavento, anche quelli che sembrano i più banali, possono rivelarsi dei veri e propri traumi per gli anni successivi dell'adolescenza.
Oggi, invece, colpo di scena. Durante il quarto d'ora della ricreazione, giravo per i corridoi per fare due passi e mi viene incontro proprio Giulia, piena di entusiasmo, a chiedermi se oggi avremmo fatto lezione e che cosa gli avrei fatto fare. Prima di iniziare la lezione, poi, mi ha chiesto se facevo lezione anche nei pomeriggi perché lei avrebbe voluto fare karate proprio come sport.
A parte il fatto che probabilmente mi sono guadagnato una nuova allieva, naturalmente mi sono immediatamente affezionato alla ragazzina. E in più, dato l'entusiasmo riscontrato, ho avuto una bella dimostrazione che con ogni probabilità sto lavorando proprio benino e nel verso giusto.
Beh, perché racconto questo nel mio blog? Semplice: perché il blog (abbreviazione di
web-log) nasce come diario in rete e certe cose direi che non ci stonino affatto
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