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martedì 16 febbraio 2010

Fini e internet

Copio/incollo il messaggio di stato su Facebook del sempre ottimo Pablo Moroe.

«Indubbiamente sulla Rete ci sono tanti rischi, ma ci sono tali e tante opportunità che mi spingono a farmi schierare dalla parte di quelli che associano ad internet la parola "libertà" e non dalla parte di quelli che dicono "pericolo"». - Chi l'ha detto, Bersani? No, Gianfranco Fini.

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domenica 20 dicembre 2009

Claudio Messora ci spiega che cos'è la rete

L'intervento di Messora al convegno a Napoli "Chi ha paura della rete?".

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martedì 8 dicembre 2009

I DNS di Google


Da qualche giorno anche Google ha attivato dei server DNS pubblici, i server che traducono l'URL di un sito (ad esempio www.maury-blog.net) in un vero e proprio indirizzo internet (della forma a.b.x.y, ad esempio 123.56.12.134).

Ogni computer su cui lavoriamo ha bisogno che gli vengano forniti (automaticamente dal provider o manualmente) gli indirizzi di questi server per poter navigare in internet in maniera accessibile; li trovate, infatti, nella configurazione della vostra connessione di rete.


Io in genere utilizzo i DNS dei miei provider o gli OpenDNS (208.67.222.222 e 208.67.220.220); ma in mancanza, questi di Google sono veramente semplici da ricordare a memoria e penso che potrebbero tornarmi utili:

8.8.8.8
8.8.4.4

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mercoledì 18 novembre 2009

Su la mano chi sa cos'è un browser

Certo, non che sia di vitale importanza saperlo; però è anche vero che siamo nel terzo millennio e che quasi tutti i giovani lo usano quotidianamente.

E soprattutto mi piacerebbe sapere cosa risponderebbero gli intervistati nel resto dell'Europa Unita.




Interviste realizzate da AltroConsumoTV e video preso da http://andreasacchini.blogspot.com/2009/11/il-browser-questo-sconosciuto.html.



Aggiornamento di qualche decina di minuti dopo:
Ok. In America non sono messi molto meglio :).




Grazie a Nicola per avermelo segnalato su FriendFeed.

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sabato 31 ottobre 2009

40 anni fa: internet


Segnalo un bel post del blog di Paolo Attivissimo in cui viene narrata la prima trasmissione dati da un computer ad un altro distante: la nascita della rete.

Giovedì scorso, il 29 ottobre, sono, infatti, ricorsi esattamente 40 anni da questo importante evento informatico.

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domenica 27 settembre 2009

Tanti auguri Google!!!



Guardate bene il logo sopra; è il logo usato oggi sulla pagina da Google.

Il motore di ricerca più usato sul web compie undici anni. Era, infatti, il 27 settembre 1998 il giorno in cui Larry Page e Sergey Brin, studenti allora all'Università di Stanford, fondarono l'azienda.

Idearono il motore di ricerca impostandolo sulla Teoria delle Reti, secondo cui un sito internet più è linkato nel web più è importante. L'algoritmo che svilupparono prese il nome di PageRank.


La parola Google proviene dal termine googol, inventato da Milton Sirotta nel 1938 per indicare il numero scritto da "uno" seguito da cento "zeri". Da qui l'idea di voler costruire un motore capace di organizzare un'immensa quantità di informazioni.
Il termine è anche associato all'inglese goggles (binocolo), ad indicare di poter guardare il web da vicino.
Secondo qualcuno ci sarebbe anche un terzo significato: Google richiamerebbe anche una fantomatica formula magica; riguardo alla derivazione di questa esistono tesi opposte e contrastanti, ma la più comune la attribuisce ad una popolazione africana che la usava come buon auspicio per la caccia.


Beh,

tantissimi auguri di BUON COMPLEANNO, GOOGLE!!!


Tante altre info su Google:
http://it.wikipedia.org/wiki/Google

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venerdì 18 settembre 2009

Ancora politica contro internet

Scampato il pericolo dell'emendamento D'Alia nel Decreto Sicurezza del ministro Alfano, un altro pericolo sembra materializzarsi per blogger e titolari di siti internet.

E' stato, infatti, presentato il 14 settembre alla Commissione Giustizia della Camera un disegno di legge firmato dai parlamentari Pecorella e Costa.


Lascio, comunque, la parola a Guido Scorza, blogger e avvocato e quindi più adatto di me ad illustrate il problema, copia/incollando un suo articolo su Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2709918/PI/Commenti/era-una-volta-liberta-informazione-rete.aspx).


giovedì 17 settembre 2009

C'era una volta la libertà di informazione in Rete

di Guido Scorza - Una proposta di legge per sottoporre alla disciplina sulla stampa tutti i siti Internet che abbiano natura editoriale. Qualsiasi cosa ciò significhi

Roma - Il 14 settembre scorso è stato assegnato alla Commissione Giustizia della Camera un disegno di legge a firma degli Onorevoli Pecorella e Costa attraverso il quale si manifesta l'intenzione di rendere integralmente applicabile a tutti i "siti internet aventi natura editoriale" l'attuale disciplina sulla stampa.

Sono bastati 101 caratteri, spazi inclusi, all'On. Pecorella per surclassare il Ministro Alfano che, prima dell'estate, aveva inserito nel DDL intercettazioni una disposizione volta ad estendere a tutti i "siti informatici" l'obbligo di rettifica previsto nella vecchia legge sulla stampa e salire, così, sulla cima più alta dell'Olimpo dei parlamentari italiani che minacciano - per scarsa conoscenza del fenomeno o tecnofobia - la libertà di comunicazione delle informazioni ed opinioni così come sancita all'art. 11 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino e all'art. 21 della Costituzione. Con una previsione di straordinaria sintesi e, ad un tempo, destinata - se approvata - a modificare, per sempre, il livello di libertà di informazione in Rete, infatti, l'On. Pecorella intende aggiungere un comma all'art. 1 della Legge sulla stampa - la legge n. 47 dell'8 febbraio 1948, scritta dalla stessa Assemblea Costituente - attraverso il quale prevedere che l'intera disciplina sulla stampa debba trovare applicazione anche "ai siti internet aventi natura editoriale".

Si tratta di un autentico terremoto nella disciplina della materia che travolge d'un colpo questioni che impegnano da anni gli addetti ai lavori in relazione alle condizioni ed ai limiti ai quali considerare applicabile la preistorica legge sulla stampa anche alle nuove forme di diffusione delle informazioni in Rete.
Ma andiamo con ordine.


Quali sono i "siti internet aventi natura editoriale" cui l'On. Pecorella vorrebbe circoscrivere l'applicabilità della disciplina sulla stampa?
Il DDL non risponde a questa domanda, creando così una situazione di pericolosa ed inaccettabile ambiguità.
Nell'Ordinamento, d'altro canto, l'unica definizione che appare utile al fine di cercare di riempire di significato l'espressione "sito internet avente natura editoriale" è quella di cui al comma 1 dell'art. 1 della Legge n. 62 del 7 marzo 2001 - l'ultima riforma della disciplina sull'editoria - secondo la quale "Per «prodotto editoriale» (...) si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici o cinematografici".
Si tratta, tuttavia, di una definizione troppo generica perché essa possa limitare effettivamente ed in modo puntuale il novero dei siti internet definibili come "aventi natura editoriale".

Tutti i siti internet attraverso i quali vengono diffuse al pubblico notizie, informazioni o opinioni, dunque, appaiono suscettibili, in caso di approvazione del DDL Pecorella-Costa, di dover soggiacere alla vecchia disciplina sulla stampa.
Ce n'è già abbastanza per pensare - ritengo a ragione - che nulla nel mondo dell'informazione in Rete, all'indomani, sarebbe uguale a prima.
Ma c'è di più.

Il DDL Pecorella Costa, infatti, si limita a stabilire con affermazione tanto lapidaria nella formulazione quanto dirompente negli effetti che "le disposizioni della presente legge (n.d.r. quella sulla stampa) si applicano altresì ai siti internet aventi natura editoriale".
La vecchia legge sulla stampa, scritta nel 1948 dall'Assemblea Costituente, naturalmente utilizza un vocabolario e categorie concettuali vecchie di 50 anni rispetto alle dinamiche dell'informazione in Rete. Quali sono dunque le conseguenze dell'equiparazione tra stampa e web che i firmatari del DDL sembrano intenzionati a sancire?

Se tale equiparazione - come suggerirebbe l'interpretazione letterale dell'articolato del DDL - significa che attraverso la nuova iniziativa legislativa si intende rendere applicabili ai siti internet tutte le disposizioni contenute nella legge sulla stampa, occorre prepararsi al peggio ovvero ad assistere ad un fenomeno di progressivo esodo di coloro che animano la blogosfera e, più in generale, l'informazione online dalla Rete.
Basta passare in rassegna le disposizioni dettate dalla vecchia legge sulla stampa per convincersene.
I gestori di tutti i siti internet dovranno, infatti, pubblicare le informazioni obbligatorie di cui all'art. 2 della Legge sulla stampa, procedere alla nomina di un direttore responsabile (giornalista) in conformità a quanto previsto all'art. 3, provvedere alla registrazione della propria "testata" nel registro sulla stampa presso il tribunale del luogo ove "è edito" il sito internet così come previsto all'art. 5, aver cura di comunicare tempestivamente (entro 15 giorni) ogni mutamento delle informazioni obbligatorie pubblicate e/o richieste in sede di registrazione (art. 6), incorrere nella "sanzione" della decadenza della registrazione qualora non si pubblichi il sito entro sei mesi dalla registrazione medesima o non lo si aggiorni per un anno (art. 7), soggiacere alle norme in tema di obbligo di rettifica così come disposto dall'art. 8 che il DDL Pecorella intende modificare negli stessi termini già previsti nel DDL Alfano e, soprattutto, farsi carico dello speciale regime di responsabilità aggravata per la diffusione di contenuti illeciti che, allo stato, riguarda solo chi fa informazione professionale.
Sono proprio le disposizioni in materia di responsabilità a costituire il cuore del DDL Pecorella e converrà, pertanto, dedicargli particolare attenzione.

Cominciamo dalla responsabilità civile.
L'art. 11 della Legge 47/1948 prevede che "Per i reati commessi col mezzo della stampa sono civilmente responsabili, in solido con gli autori del reato e fra di loro, il proprietario della pubblicazione e l'editore". Non è chiaro come il DDL Pecorella incida su tale previsione ma qualora - come appare nelle intenzioni del legislatore - con l'espressione "a mezzo della stampa", domani, si dovrà intendere "o a mezzo sito internet", ciò significherebbe che i proprietari di qualsivoglia genere di piattaforma rientrante nella definizione di "sito internet avente natura editoriale" sarebbero sempre civilmente responsabili, in solido con l'autore del contenuto pubblicato, per eventuali illeciti commessi a mezzo internet.
Fuor di giuridichese questo vuol dire aprire la porta ad azioni risarcitorie a sei zeri contro i proprietari delle grandi piattaforme di condivisione dei contenuti che si ritrovino ad ospitare informazioni o notizie "scomode" pubblicate dai propri utenti. Il titolare della piattaforma potrebbe non essere più in grado di invocare la propria neutralità rispetto al contenuto così come vorrebbe la disciplina europea, giacché la nuova legge fa discendere la sua responsabilità dalla sola proprietà della piattaforma. Si tratta di una previsione destinata inesorabilmente a cambiare per sempre il volto dell'informazione online: all'indomani dell'approvazione del DDL, infatti, aggiornare una voce su Wikipedia, postare un video servizio su un canale YouTube o pubblicare un pezzo di informazione su una piattaforma di blogging potrebbe essere molto più difficile perché, naturalmente, la propensione del proprietario della piattaforma a correre un rischio per consentire all'utente di manifestare liberamente il proprio pensiero sarà piuttosto modesta.

Non va meglio, d'altro canto, sul versante della responsabilità penale.
Blogger e gestori di siti internet, infatti, da domani, appaiono destinati ad esser chiamati a soggiacere allo speciale regime aggravato di responsabilità previsto per le ipotesi di diffamazione a mezzo stampa o radiotelevisione.
A nulla, sotto questo profilo, sembrano essere valsi gli sforzi di quanti, negli ultimi anni, hanno tentato di evidenziare come non tutti i prodotti informativi online meritino di essere equiparati a giornali o telegiornale.

Si tratta di un approccio inammissibile che non tiene in nessun conto della multiforme ed eterogenea realtà telematica e che mescola in un unico grande calderone liberticida blog, piattaforme di UGC, siti internet di dimensione amatoriale e decine di altri contenitori telematici che hanno, sin qui, rappresentato una preziosa forma di attuazione della libertà di informazione del pensiero.
Ci sarebbe molto altro da dire ma, per ora, mi sembra importante iniziare a discutere di questa nuova iniziativa legislativa per non dover, in un futuro prossimo, ritrovarci a raccontare che c'era una volta la libertà di informazione in Rete.

Guido Scorza
Presidente Istituto per le politiche dell'innovazione
www.guidoscorza.it

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mercoledì 1 luglio 2009

Condannato e colpevole, ma non ditelo a nessuno

Prima c'ha provato il senatore Gianpiero D'Alia (dell'UDC), con un emenamento (Art. 50-bis, poi art. 60) nel disegno di legge 773 (c.d. "Decreto Sicurezza"), a mettere un "bavaglio ad internet".
Poi questo emendamento è stato abrogato da un controemendamento presentato dal deputato Roberto Cassinelli (PDL), blogger oltre che politico, e quindi un po' più pratico degli strumenti di cui si stava parlando.

Quindi, lo risottolineo per tutti, dato che in rete ed in particolar modo su Facebook continuano a girare messaggi di allarme:

l'emendamento D'Alia non è più un pericolo!


Ora, però, un'altra proposta di CENSURA è nata in parlamento.

La deputata Carolina Lussana (qui la sua scheda su camera.it) della Lega Nord ha proposto un disegno di legge per cui, passato un certo lasso di tempo da un processo penale, dal web dovranno essere rimossi tutti i riferimenti a questo (compresi indicizzazione e cache dei motori di ricerca).

Secondo la Lussana, infatti, non sarebbe giusto per una persona condannata, ad esempio 10 anni prima, una volta scontata la pena, avere il proprio passato memorizzato su internet ed accessibile a tutti. Quindi queste informazioni dovranno scomparire.
Dovranno scomparire anche se vere. Essì, perché se fossero false ci penserebbe la legge attuale a tutelarli; una diffida o una citazione per calunnia ed il problema sarebbe risolto. Ma quando la notizia è vera... beh, bisogna cancellarla :/.


Ora, senza prenderci troppo in giro, anche questa mi sembra proprio una "legge ad personas". Chi più di un politico non vorrebbe cancellato il proprio passato, soprattutto per avere la possibilità di riciclarsi?

Beh, vediamo come andrà a finire...


Comunque, tante volte passasse la legge, il mio sito maury.it si trasferirà su un server estero, fuori dalla giurisdizione italiana (il mio blog lo è già) e, tante volte venissero introdotti dei filtri sui DNS, come già è accaduto per Pirate Bay, basterà utilizzare dei server DNS esteri, tipo gli ottimi OpenDNS, per poter accedere senza problemi. Al limite scomparirà il mio nome, sostituito esclusivamente dal nick.
Questo giusto per dimostrare che i nostri politici non l'hanno ancora capito, ma non è una cosa molto semplice bloccare internet. Rendergli la vita un po' complicata forse sì, ma bloccarlo (e/o censurarlo) è una cosa quasi completamente fuori dalla loro portata.


Per finire vi propongo questo video in cui l'ottimo Marco Travaglio commenta il disegno di legge punto per punto.



Alcuni link:

La proposta di legge.
Versione html:
Versione PDF:

Il testo completo dell'intervento di Marco Travaglio.

L'articolo dal blog di Antonio Di Pietro.

L'articolo dal blog di Andrea Sacchini.

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Firefox 3.5 at the speed of light...

Dopo un'attesa di cinque beta e tre release candidate è disponibile per il download Mozilla Firefox 3.5.


L'ho appena scaricato ed installato e al momento, sotto MacOSX, sembra veramente veloce e leggero.


Vi invito caldamente a provarlo, soprattutto se usate già versioni precedenti.


Tante altre info ed il download qui:

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giovedì 25 giugno 2009

Rete, social network e privacy alla maturità

Ho letto, qui su ZeusNews, che la prova scritta d'italiano, nella traccia tecnico-scientifica, sarà su argomenti riguardanti la rete, i suoi contenuti, la memoria e la conservabilità dei vari dati che vi vengono archiviati; e soprattutto, un occhio di riguardo andrà ai social network ed alla privacy.


Ora mi sorgono un po' di piccole domande. Non vogliono essere provocatorie, ma comunque siete liberi di interpretarle come volete.
Quanti docenti conoscono bene questi argomenti?
Quanti di loro hanno un account ed usano ad esempio Facebook, il social network più in voga adesso?

Domandona:
Nessun dubbio per quel che riguarderà la grammatica e la chiarezza espositiva, ma quanti docenti saranno veramente in grado di dare una valutazione sulle argomentazioni trattate? Forza, una percentuale...

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domenica 26 aprile 2009

Discutere di rete in Parlamento

Premetto che io sono un convinto sostenitore del fatto che i nostri legislatori (di entrambi gli schieramenti), più che spesso, non hanno la minima idea degli argomenti di cui stanno legiferando; comunque cercherò di rimanere imparziale e di limitarmi a raccontare i fatti nell'esposizione di questo post.


Il 23 aprile scorso si è tenuto nella Sala delle Colonne di Palazzo Marini a Roma un incontro/dibattito organizzato da AltroConsumo e moderato dal blogger e giornalista de L'Espresso Alessandro Gilioli dal titolo "Quali leggi per la rete".
L'incontro aveva l'obiettivo di chiarire bene cos'è la rete, come tutelare i diritti d'autore e esporre varie proposte per regolamentare il Web. Hanno partecipano tra gli altri i parlamentari Cassinelli, Carlucci, Melandri e proprio D'Alia, autore dell'omonimo emendamento in materia.


Guardate ora che simpatico augurio che lancia la Carlucci a Gilioli durante una discussione su cosa è internet.



Molto signorile, vero?
Vabbè, non dico altro perché avevo premesso che mi sarei limitato al fatto.


Se volete saperne di più, vi propongo i seguenti link.


Il post dal blog di Gilioli:

Il post dal blog del mio amico Andrea:

Il post dal blog del mio amico Domenico:


E altre chicche:

La Carlucci si arrabbia con Le Iene:

e poi cerca di rimediare:

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sabato 3 gennaio 2009

Su internet con coscienza



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giovedì 13 novembre 2008

Foxmarks

Sincronizzare i propri segnalibri di Firefox su più computer.

Quella che segnalo su questo post è un'utilissima estensione per Firefox che ci è stata presentata all'ultima riunione di OpenInformatix da Domenico.

Con Foxmarks (o Xmarks) è possibile backup-are i propri segnalibri, e se lo si vuole (anche se io ancora non mi fido tanto a farlo, nonostante la cifratura), anche le password in un account su di un server messo a disposizione, naturalmente con autenticazione protetta da password.

Successivamente l'estensione penserà a sincronizzare segnalibri e password.
Questo è utilissimo a chi, come me, lavora su più computer. Mi ritrovo così i segnalibri perfettamente sincronizzati su ogni macchina.

Domenico, dopo l'esaurientissima presentazione, ha scritto un'ottima documentazione su Foxmarks in diversi post nel suo blog. Sei tutorial che iniziano da qui:


Provate Foxmarks. Io ne sono veramente entusiasta...

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mercoledì 4 luglio 2007

Inventare password sicure

Alle riunioni di OpenInformatix, durante i miei seminari, ho illustrato spesso dei sistemi comodi per inventare password difficili da individuare e nello stesso tempo facili da ricordare.

Succede spesso, infatti, che più è difficile una password che inventiamo, più alta sarà la probabilità di dimenticarcela.

Le regole base, oramai conosciute ai più, ci invitano a creare password di almeno 8 caratteri di lunghezza, senza usare parole di senso compiuto, mescolando lettere a numeri e simboli e possibilmente i caratteri non tutti minuscoli, ma alcuni minuscoli ed alcuni maiuscoli.

Seguendo queste semplici quattro regolette possiamo considerarci abbastanza al sicuro dai generatori automatici, dei programmini che cercano automaticamente di indovinare la password. Essi, infatti, spesso si appoggiano ad un dizionario ed iniziano i tentativi dalle parole della lingua italiana.
Inutile dire che password del tipo proprio nome, nome della figlia, data di nascita sono assolutamente banali da indovinare. Io stesso proverei per primo con questi dati.

Inoltre cercate di evitare il più possibile i servizi che inviano la password in chiaro, senza criptografia. Potrebbe essere sniffata da chiunque (cioé intercettata durante la trasmissione al server che offre il servizio). I servizi web più avanzati, tipo home banking, ma anche alcune webmail offrono l'autenticazione con criptografia in SSL. Grazie alla criptografia, se qualcuno intercetterà la nostra password durante la trasmissione, non potrà comunque vederla.


Allora, da quanto detto finora diciamo che delle buone password, difficili da indovinare potrebbero essere:

J7.aj3HH
d3rT7MM,
AsD987QwE

Difficilmente il cracker di turno riuscirà a violare delle password così, ma l'altra faccia della medaglia mostra la difficoltà di ricordarla anche per noi. O ce le segnamo in un posto sicuro o nel giro di qualche minuto non riusciremmo più a ricordare che password abbiamo inventato.

Cerchiamo di semplificare per la nostra memoria. L'esempio che mostrerò è troppo banale per essere usato, ma lo utilizzerò per rendere l'idea della tecnica.
Il mio nome è Maurizio. E questa cosa qui dubito che me la dimenticherò mai ...
Prendo quindi la stringa del mio nome "Maurizio" ed inizio a sostituire ai seguenti caratteri i relativi numeri. La somiglianza nell'ortografia ci aiuterà a ricordarci le sostituzioni.

I - 1
E - 3
A - 4
S - 5
T - 7
O - 0 (zero)

Otterrò:

M4ur1z10

A questo punto alterno le lettere con maiuscole e minuscole:

M4uR1z10

Ho già ottenuto una password abbastanza robusta.

Ma torno a dire, partire dal mio nome di battesimo non mi dà molta sicurezza. Proviamo a trovare una sequenza di caratteri un po' più casuale, ma facile da ricordare.

Posso ad esempio prendere una canzone che mi piace particolarmente. Ad esempio prendo "Miramare" di Francesco De Gregori.
Le prime parole del testo sono: "Recuperarono le reti i pescatori, piene di spazzatura". Prendo ora le iniziali di queste prime otto parole:

rlrippds

Benissimo, nessuno penso che indovinerà mai questa sequenza. Ora gli applico l'algoritmo illustrato precedentemente:

RlR1pPd5

Ed ecco qui una bella password sicura e "non impossibile" da ricordare. Naturalmente è inutile che la proviate sui miei servizi internet, perché uso password diverse .


Come ultima, ma non meno importante cosa, invito a non sottovalutare il sistema di recupero della password tramite domande segrete. Molti servizi offrono la possibilità di recuperare le password dimenticate con domande segrete "troppo banali" del tipo lavoro del padre, cognome da nubile della madre e cose del genere. Se le usate, cercate almeno di confondere un po' le cose dato che chiunque potrebbe venire a sapere qual è il cognome da nubile di vostra madre. Io in genere imposto una domanda e dò una risposta che non c'entra nulla. Poi starà a me ricordarmi la risposta, ma per lo meno evito che qualcuno risalga alla mia password utilizzando questo "stupido" strumento di recupero.


Bibliografia e approfondimenti:
L'acchiappavirus - Paolo Attivissimo

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